Senza meta – Looking for love

Chi sono

Mi chiamo Marzia, ho 37 anni, sono nata a Milano e cresciuta ad Arese.

Architetto di formazione, clown per diletto e viaggiatrice per scelta della mia anima.

Dopo aver vissuto 35 anni alla ricerca della realizzazione di tutto ciò che la società impone, ho deciso di privarmi di ogni cosa e di essere padrona solo della mia vita.

Ho abbandonato la zona di comfort in cui vivevo, fatta di una vita che forse non è mai stata completamente mia: un’università necessaria per un titolo di studio, un lavoro da architetto nella Milano che ho sempre faticato a vivere, una partita iva da gestire che non mi garantiva nessun diritto, un affitto da pagare ogni mese, una relazione sentimentale che non si è mai concretizzata realmente, una maschera per mostrare agli altri una felicità non reale, una corazza per difendermi dalle intemperie della vita e rassicurare gli altri, rinunce continue per “sopravvivere”.

Poi l’esperienza in solitaria del Cammino di Santiago nell’estate del 2012, una finestra importante sulla vita, sul prossimo e sulla mia anima. Il Cammino di Santiago non ti imbroglia (come fa la società), è spietato, ti sfinisce, ti mette davanti ad uno specchio per mostrarti le tue fragilità. Io ho visualizzato la mia vita e ciò che sarebbe potuta essere… al mio ritorno non ero più la stessa perché il Cammino toglie per donarti qualcosa di più importante, ti insegna a rinunciare al superfluo per comprendere l’essenziale, ti svuota perché tu possa capire che vi è lo spazio ed il modo per riempire la tua anima di tutto ciò che ti rende felice.

Il Cammino ti destabilizza prima fisicamente, poi moralmente, poi psicologicamente, poi spiritualmente… ma è lungo il percorso che il tuo io interiore in realtà si sta rinvigorendo, liberando e rinascendo grazie ai traguardi giornalieri, agli incontri, alle piccole scoperte e a ciò che ti lasci alle spalle. Quando arrivi di fronte alla Cattedrale di Santiago sei quasi triste perché pensi che tutto sia finito, ma è in quel preciso istante che inizia un cammino molto più importante: il cammino dentro di te in cui solo tu decidi che percorso fare e che meta raggiungere. Ho iniziato a concentrarmi sulla mia posizione ed ho smesso di chiedermi dove fossi diretta e per volere di chi. Ho scelto di mollare tutto: Milano, lavoro, casa, amici e famiglia. Ho testato la solitudine vera e affrontato il mio passato. Ho iniziato a vivere alla giornata, a godere delle piccole cose e a farmi guidare solo dalla forza di volontà.

Non ho mai avuto alcun dubbio e dove gli altri vedevano follia pura io vedevo il principio della MIA VITA, quella vissuta secondo le mie regole. Mentirei se dicessi che è stato facile, ma credetemi ogni più piccola fatica è stata ripagata da un’immensa gioia.

Oggi, a 37 anni, non mi preoccupo più di poter diventare un architetto affermato, di avere uno studio mio, di avere un mutuo da pagare per i prossimi 40 anni, di avere un matrimonio o dei figli perché l’orologio biologico lo impone. Ho capito che la mia meta non è più l’omologazione richiesta da società e genitori. Ho preferito rompere gli schemi, seguire la mia anima, smettere di fare sacrifici per un’ipotetica serenità futura che nessuno può garantirmi. Oggi a 37 anni non ho nulla da mollare, perché l’ho già fatto due anni fa, ma ho voglia di mettermi in gioco come se ne avessi 20 ed ho voglia di girare il mondo e riempirmi di tutto ciò che posso vivere, incontrare e condividere. Il mio sembra un giro del mondo in solitaria, ma in realtà spero non lo sia perché, come scrisse Alexander Supertramp prima di morire, “La felicità è autentica solo se condivisa”.

“La vita inizia alla fine della tua zona di comfort” – Neale Donald Walsch

 

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