Succede che a volte si ha la necessità di allontanarsi dalla città ed io oggi ho scelto un luogo sacro.
Il luogo si raggiunge con un treno veloce ed il paesaggio cambia velocemente sotto gli occhi. La città lascia spazio a paesaggi rurali, poi colline verdi con paesini arroccati e ad un tratto la montagna arida… si erge come fosse una diga e nulla è più visibile.
Il monastero si intravede sullo strapiombo ed ha gli stessi colori della montagna.
L’ho osservato a lungo come una bambina ed ogni volta, pur essendo architetto, mi sorprendo di fronte a certe peculiarità. Come diavolo facevano i monaci a scegliere posti impossibili e a creare complessi architettonici simili?
Purtroppo l’emozione iniziale è svanita nello scoprire quanto sia turistico. Il silenzio non regna neanche all’interno della Basilica.
Il monastero di Montserrat è famoso per la statua della Madonna nera perciò decido di capire cosa spinga la gente a farsi due ore di coda per averla di fronte per pochi secondi, ma non lo capisco neanche dopo esserci arrivata. Noto solo che nella mano destra la Madonna regge una sfera che simboleggia l’universo e sento di doverla toccare, forse per chiedere protezione.
Una volta uscita cambio visuale e contemplo le montagne e finalmente percepisco la potenza del luogo.
Decido di lasciarmi tutto alle spalle e di tornare a valle tramite i percorsi dei pellegrini. Montserrat mi ha messo di fronte ad una grande verità
sono ancora troppo turista (ecco perché mi hanno fregato il cellulare).
Imbocco il sentiero impervio e, dopo alcuni passi, sento che il brutto anatroccolo turista che c’è in me si trasforma in splendido cigno pellegrino.
Finalmente regna il silenzio, odo solo il rumore dei miei passi. Le sensazioni si mischiano… sono felice ed emozionata, ma non so dove sto andando, sono sola, senza cellulare né gps e la situazione meteorologica non è delle migliori. Sorrido, cammino, respiro e libero i pensieri… entro nella mia dimensione per 10 km.
È lungo questi percorsi che si vive la solitudine, la forza e la determinazione ed oggi… era donna. Lungo il cammino ho incontrato solo due ragazze: una faceva yoga, l’altra meditava rivolta verso il nulla. Io sono arrivata a valle prima del previsto, bagnata fradicia, ma felice.
Ora forse posso lasciare Barcellona… da cigno…
A presto da una nuova latitudine e longitudine di vita.
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