Questa notte ho raggiunto il nord della Spagna con 9 ore di bus e con esattezza sono nel Principato de “le Asturias” (non chiedetemi perché al plurale, ma sicuramente il Principe è uno solo). La zona occupa il tratto terminale della Cordillera Cantabrica e la costa si presenta molto rocciosa, e solo a tratti, ha ampie spiagge.
Ho raggiunto Luarca alle 9.00 di mattina ed il primo pensiero che ho avuto è stato: voglio vedere l’oceano. Decido che oggi devo fermarmi per guardare ed ascoltare le onde, per guardare ed ascoltare la mia anima.
E’ ancora presto per i ritmi spagnoli e per le strade solo qualche anziano… il cielo è “grigio Milano” (come lo definisco io) e il punto informazioni è chiuso per ristrutturazione. Bene. Decido di non chiedere a nessuno e mi perdo nella ricerca dell’elemento “acqua”. Il paese è arroccato su colline molto rocciose che si ergono di fronte a me come dighe, le case bianche sembrano mordere la roccia… ma l’oceano dov’è?
Scorgo un cartello “playas” e lo seguo, la montagna mi affianca e mi stringe, ma ad un tratto finalmente appare di fronte a me. Sorrido, dico a Conchita che lo abbiamo trovato.
Scusate non vi ho spiegato che ieri, nel preparare gli zaini da portare al cammino, ho dato loro i nomi: Conchita il più piccolo perché ha la concha che mi hanno regalato a Torino e Smily il più grande perché ha uno smile regalatomi da un’amica.
Mi siedo di fronte all’immensità dell’oceano e riesco a percepire quella della mia anima.
Sono sola dopo 10 giorni vissuti in famiglia e decido di meditare un po’ per prendere le energie che la natura vuole darmi… pian piano esce anche il sole.
Dopo circa un’ora raggiungo l’albergue dei pellegrini, ottengo la credenziale con il primo timbro e conosco Miguel. Lui e sua sorella gestiscono il posto in cui dormirò questa notte. Ha appena finito di pulire, mi fa scegliere dove voglio stare e poi iniziamo a parlare di noi. È simpaticissimo e muoio dalle risate. Ad un tratto mi chiede di spostare il mio letto, siccome siamo in bassa stagione vuole smontarne qualcuno, e dopo pochi minuti mi trovo a fare “direzione lavori” e “designer di interni”. Lui smonta, io riposiziono letti e comodini (su cui abbiamo avuto una discussione, ma lui si è arreso dicendomi: tu sei architetto, io sono solo elettricista).
Ha occhi di un marrone intenso e il sorriso di una persona vitale. Mi lascia sola e ridendo mi dice: non rompere nulla.
Oggi riposo e da domani vi porto sul Cammino del Nord verso Santiago. Inizia un’avventura di circa 2 settimane all’interno dell’avventura “viaggio“.
Sola fisicamente in cammino, ma con molti di voi accanto.
A presto da una nuova latitudine è longitudine di vita.