Da bambina non ho mai capito perché i sogni dovessero venir custoditi nei cassetti, magari tra mutande, calze e cianfrusaglie. Forse per tenerli al sicuro? Ma quanto stanno al sicuro i tuoi sogni se quel cassetto potrebbe essere aperto da tua madre, tuo fratello o dalla donna delle pulizie? E allora ho sempre pensato che i sogni dovessero rimanere ben in vista: sul comodino, sulla mensola, scritti su un post-it o incollati allo specchio.
I miei erano appesi dietro la porta di ingresso, un elenco infinito, che rileggevo quasi ogni mattina.
Ora lo so… voi vi aspettate che vi parli del viaggio come il sogno più grande che io potessi realizzare… ed invece no. In cima alla lista, fino da quando ne ho memoria, c’è questo
“Vorrei essere uomo“.
Beh, esistono sogni piccoli come iscriversi in palestra da sola, sogni realizzabili come il giro del mondo e sogni che restano sogni… come il mio.
Ora che sono sulla strada, quel sogno ritorna con frequenza perché, purtroppo bisogna dirlo, per una donna è tutto più complicato.
A partire da cosa mettere nello zaino, a come essere viaggiatrici/vagabonde ma presentabili, a come asciugarsi i capelli fino ad arrivare a “come viaggiare in sicurezza“, perché l’uomo può tutto… la donna no.
Se fossi stata uomo avrei potuto liberamente giocare a calcio (senza che mia madre si preoccupasse della pedofilia), sarei potuta diventare una stella dell’atletica leggera (perché i miei non avrebbero avuto paura di mandarmi agli allenamenti in autobus), avrei potuto viaggiare di più da sola (senza che le mie paure avessero preso il sopravvento), avrei potuto soffrire di meno sentimentalmente (perché uomini e donne vivono e pensano diversamente) e non avrei avuto problemi in cantiere (perché un architetto donna, purtroppo, non vale come un uomo)…
eppure sono felice di essere la donna che sono.
Seconda figlia di tre, felice che i miei genitori non ci abbiano cresciute sotto campane di vetro e che mio padre ci abbia sempre lasciato la libertà di seguire le nostre strade senza intralciarle, ma cercando di renderci il più autonome possibili perché lui si che sapeva che mondo ci aspettava.
Ed oggi eccomi qui… sulla strada… con infiniti dubbi, ma con quella determinazione che mi ha sempre caratterizzata. Oggi vorrei essere uomo per vivere più liberamente il viaggio, per avere uno zaino più leggero, per potermi fidare di tutti, per poter fare l’autostop, per essere più forte fisicamente e per avere cuore e mente più leggeri.
Quando ero a casa e contattavo chi era in viaggio mi chiedevo perché fossero tutti uomini… oggi lo comprendo un po’ di più… ma non sarà questo a fermarmi. Noi donne abbiamo sempre una mancia in più e, anche se il mio viaggio subirà un rallentamento, so per certo che raggiungerò mete importanti… come fanno gli uomini.
A presto da una nuova latitudine è longitudine di vita.