Oggi condivido un post molto personale, ma forse chiunque, figlio o genitore, può comprendere.
Ieri è stato il grande giorno… la mia famiglia ha scoperto della mia scelta. Sono tornati dalle vacanze e, ad attenderli, una lettera in cui, senza mezzi termini, spiego la mia decisione.
Immagino le reazioni: mio padre si chiude nel sul silenzio fumando due pacchetti di sigarette (mi crede folle, ma poi sarà fiero di me), mia madre scoppia in lacrime ed inizia con i suoi infiniti “perché”, mia sorella maggiore si preoccuperà come fosse mia madre e quella minore sarà felice perché per lei sono come un supereroe (peccato che io non abbia alcun super potere).
Bene… ora la domanda è: come affrontare il contatto?
Li immagino sprovvisti di internet, pc, smartphone e tablet con mia sorella che gli spiega l’esistenza di Skype, di Facebook, di questo blog di viaggio virtuale, di Whatsapp, ecc… poverini… sorrido, ma penso che mi sorprenderanno come quando impararono ad inviare sms per seguirmi quando partii per il cammino di Santiago.
Mia madre non si dà pace, me ne rammarico, ma non vi è modo di spiegarle e farle capire cosa prova una persona che sente il bisogno di stare in movimento. Mi ha sempre chiamata “cavallo pazzo”, ma ha sempre sognato per me la quiete di una vita fatta di lavoro, mutuo da pagare, marito e figli… perché è così che va la vita!!! Forse però, non è così che va per tutti.
Io non scappo da niente, non sono alla ricerca di nulla, ma non riesco a stare chiusa nella gabbia che la società impone… nel recinto in cui la mia famiglia mi vorrebbe.
Il mio equilibrio è un equilibrio dinamico… per possederlo devo muovermi. È come andare in bicicletta, per non cadere bisogna continuare a pedalare.
Nessuno può dirmi come andrà questa esperienza, non riesco ad immaginarlo neanche io. So solo che, fino ad ora, mi sono capitate cose bellissime. Non sarà tutto facile, ma non lo è neanche la vita e la mia storia mi ha insegnato che ad ogni tramonto c’è un giorno che non tornerà.
Spero che i miei genitori diventino “tecnologici” e che possano presto essere i miei primi sostenitori (come accade per gli altri viaggiatori) perché il loro amore possa arrivarmi ogni volta che ne avremo bisogno… perché è bello poter seguire i propri sogni, ma ti commuovi quando la piccola Nicole registra un “ciao” su Whatsapp o la piccola Alice ti chiama “zia Marzia” per la prima volta al telefono… ora attendo che Alessio faccia la sua prima chiamata Skype e che i miei genitori imparino dai loro nipotini.
A presto da una nuova latitudine e longitudine di vita.