Sitges è considerata una delle più belle città del Mediterraneo, ma io purtroppo l’ho visitata in una giornata in cui il sole non c’era.
Mi sono concessa una meditazione su una spiaggia deserta prima di inoltrarmi nel paese. Sono i primi giorni di viaggio e l’Europa, forse, si può considerare ancora zona di comfort, ma io mi sento destabilizzata nella mente. Perdo la razionalità. Credo che sia normale… o almeno mi convinco che sia così.
Il paese ha i tratti caratteristici tipici della Grecia e mi lascio catturare dal bianco, dal blu, dal silenzio e dai particolari.
Ad un tratto mi accorgo che, anche qui, è in atto la festa del paese. Mi lascio colpire dall’organizzazione e travolgere dai colori e dalle canzoni. Amo il viaggio quando mi sorprende. In poco tempo dimentico chi sono e dove sono… alcuni ragazzi mi inglobano nel loro gruppo ed io mi lascio guidare.
Di Sitges però colpisce ben altro: le infinite coppie omosessuali.
Non c’è ostentazione perché qui sono “liberi” di non sentirsi emarginati. Mi colpiscono i sorrisi, gli occhi che brillano, gli abbracci, i baci e soprattutto le mani intrecciate (che sono una cosa che adoro).
Sul treno che mi riporta a Barcellona ho il tempo di metabolizzare e di sorprendermi di quanto, nonostante tutto, sia limitata di fronte a certe realtà. Sitges mi ha insegnato una grande lezione:
l’amore è un sentimento unico… lo si può provare in diverse forme, ma ognuno di noi ha il diritto di essere felice…mano nella mano…
A presto da un’altra latitudine e longitudine di vita.