Quando decido dove spostarmi controllo tutte le modalità possibili per farlo e scelgo quella che mi costa meno.
Il viaggio da Barcellona a Madrid è stato, per ora, il viaggio più lungo fatto in bus.
Sette ore di viaggio in cui il livello delle mie emozioni è cresciuto riempiendo gli occhi di paesaggi sconfinati e l’anima di una nuova amicizia.
S il bergamasco (non utilizzo il suo nome per privacy perché non possiede Facebook) l’ho conosciuto molti giorni prima, anche lui senza meta, anche lui in viaggio (per meno tempo, ma in viaggio), con lui stessi ostelli, stessa Barcellona, ma quasi mai condivisione. La distanza che manteneva era percepibile da lontano, io ho deciso di non forzare le cose ed ho lasciato lavorare gli eventi. Ci siamo salutati diverse volte e poi ci siamo sempre ritrovati. Quando ho deciso di prendere il bus per Madrid, lui è venuto con me. A volte l’ho percepito come un angelo custode (lontano, ma sempre preoccupato per me), a volte come compagno di viaggio con cui non riuscivo a dialogare, a volte come “casualità” posizionata al momento giusto al posto giusto.
Cinque giorni vicini fisicamente senza incontrarsi mai e sette ore di bus durante le quali sboccia come un fiore, ci raccontiamo di noi, ci spieghiamo a vicenda i motivi del nostro viaggio, ci stupiamo dei paesaggi che ci circondano, ridiamo guardando Willy il coyote e finalmente quello sconosciuto prende forma. Felice che abbia preso il bus, che abbia scelto il posto accanto al mio, che ci sia stata apertura. Il treno veloce o un aereo mi avrebbero fatta arrivare prima, ma non mi avrebbero aiutata a svelare l’incognita S.
Madrid ci separa, ma la tecnologia mi dimostra che ci sarà. Ho un nuovo amico, ma non virtuale.
A presto da una nuova latitudine e longitudine di vita.